Call for paper – MEMORIE DELLA DEISTITUZIONALIZZAZIONE IN ITALIA
TESTIMONIANZE ORALI, SOGGETTIVITÀ E NARRAZIONI PUBBLICHE DELLA LIBERAZIONE DAL MANICOMIO DAGLI ANNI SESSANTA A OGGI
Seminario internazionale
Torino, 10-11 ottobre 2024
Scadenza Call For Paper: 15 aprile 2024
Per molto tempo i manicomi sono stati luoghi chiusi, non solo per le persone che vi erano ricoverate, ma anche nelle immagini dell’opinione pubblica. In Italia, soprattutto dalla fine degli anni Sessanta, il loro racconto pubblico ha iniziato a cambiare grazie alle azioni del movimento anti istituzionale, degli psichiatri riformatori e
grazie alle “voci” che iniziarono a oltrepassare i muri e i cancelli – materiali e immateriali – degli ospedali psichiatrici: le parole delle internate e degli internati – a cui era finalmente “restituita soggettività” – cominciarono così a diffondersi e a essere ascoltate, insieme a quelle di chi criticava l’“istituzione totale” e operava per rivoluzionare le culture della malattia e per modificare le pratiche della cura. In periodi diversi, tali testimonianze hanno prodotto varie memorie della liberazione dal manicomio – memorie individuali e collettive formatesi a opera di singoli gruppi, dipendenti dai vissuti personali e professionali e dalle esperienze politiche, coltivate da precise comunità del ricordo, condizionate dalle appartenenze di genere, legate a luoghi specifici, diffuse attraverso particolari dispositivi, canali e strumenti di comunicazione – che a loro volta hanno influito sulla formazione di narrazioni e di memorie pubbliche.
Il seminario si concentra sulle memorie della deistituzionalizzazione in Italia e intende discutere in particolare forme e tempi attraverso cui le storie e le testimonianze personali del manicomio e del suo superamento sono state raccolte e usate dagli anni Sessanta a oggi. Le “voci” – registrate, trascritte e divulgate prima, durante e dopo
la chiusura degli ospedali psichiatrici – appartenevano alle pazienti e ai pazienti, al personale medico, infermieristico e di cura, alle operatrici e agli operatori sociali, alle assistenti sociali, alle amministratrici e agli amministratori pubblici, alle socie e ai soci di associazioni e di cooperative, alle giornaliste e ai giornalisti, alle
scrittrici e agli scrittori, alle registe e ai registi, alle artiste e agli artisti, alle militanti e ai militanti politici, alle e agli architetti e progettisti chiamati a discutere le trasformazioni degli spazi e, dopo, la loro rifunzionalizzazione, e a ogni individuo che, per le ragioni più diverse, aveva vissuto, interamente o parzialmente, la lunga storia della
deistituzionalizzazione italiana con vari orientamenti. Esse hanno caratteristiche, origini e finalità molto diverse: vi ritroviamo, per esempio, le interviste audioregistrate o videoregistrate alle e ai testimoni, quelle montate nelle inchieste e nelle trasmissioni televisive o nei documentari, le interviste dei giornali e più recentemente online, i libri di testimonianze, le registrazioni (sonore o audiovisive) o le trascrizioni (complete o parziali) di interventi in occasioni pubbliche o in riunioni di lavoro (per esempio cronache o verbali di riunioni, assemblee, manifestazioni, gruppi politici sui quotidiani, nelle riviste, negli archivi, ecc.), le trascrizioni di incontri personali (di cui si lascia per esempio traccia nelle cronache giornalistiche o in alcune pubblicazioni di denuncia), le testimonianze nei processi, le fonti (rielaborate) di romanzi, memoir, biografie e autobiografie, i filmati usati nelle esposizioni o negli allestimenti museali o schedati negli archivi, i colloqui clinici, la documentazione del lavoro sociale, il girato mai montato per prodotti audiovisivi, ecc. Tutte queste “voci” orientano gli studi verso le prospettive biografiche e autobiografiche, mettendo in luce le soggettività coinvolte nel processo di superamento dell’istituzione totale e i vissuti personali, e soprattutto compongono un variegato repertorio di oralità, alla base dei processi di formazione delle memorie individuali, collettive e pubbliche del manicomio e della deistituzionalizzazione, che sono però in gran parte da indagare. Il seminario ha l’obiettivo di censire le forme di utilizzo delle “voci” dei testimoni nel racconto della deistituzionalizzazione, di ricostruire quando e come esse siano state raccolte e usate, di capire perché esse abbiano oltrepassato i muri dei manicomi e dello stigma, di interpretare in che modo esse abbiano contribuito a ridefinire il rapporto dentro-fuori (tra manicomio e società) e di analizzare i meccanismi attraverso cui sono diventate vere e proprie memorie. In generale, esso ha lo scopo di riflettere sui caratteri della memoria pubblica della deistituzionalizzazione e di studiare, mettendole a confronto, genesi e morfologie delle memorie individuali e collettive, di cui tratteggiare anzitutto connotazioni di genere, geografie, cronologie, circolazione (in Italia e all’estero), ricezione e forme di trasmissione intergenerazionale.
A mero titolo di esempio, i contributi potranno riguardare:
– le memorie individuali e collettive della deistituzionalizzazione;
– i processi di formazione delle memorie pubbliche, le loro caratteristiche e i vari orientamenti;
– le memorie dei sostenitori, dei critici e dei detrattori della riforma psichiatrica o della sua applicazione;
– il rapporto tra genere e memorie;
– i contesti di produzione delle testimonianze e le singole comunità di memoria;
– le relazioni tra memorie e casi locali;
– la circolazione e la ricezione delle memorie della deistituzionalizzazione italiana all’estero e la comparazione con le memorie di altre esperienze internazionali;
– le campagne di raccolta delle interviste e le ricerche di storia orale;
– le inchieste giornalistiche e televisive;
– le riflessioni, le memorie e i dibattiti su psichiatria e architettura (nastri registrati, verbali e trascrizioni su riviste delle discussioni con gli architetti; interviste sul tema registrate o pubblicate; testimonianze degli architetti che hanno progettato gli spazi della psichiatria post-manicomiale ecc.);
– le trascrizioni di incontri pubblici, assemblee e riunioni;
– l’utilizzo delle testimonianze manicomiale in gruppi e collettivi politici;
– le riflessioni e i dibattiti sulla salute e sulla salute mentale nei gruppi femministi (per esempio le trascrizioni su riviste, opuscoli, verbali, ecc.);
– l’interazione tra produzioni dell’immaginario, narrazioni pubbliche, public history e memorie;
– l’uso pubblico delle testimonianze (nei musei, nella letteratura, nel cinema, in progetti di public history ecc.);
– gli archivi pubblici e privati;
– la relazione tra memorie, soggettività e luoghi;
– la relazione tra memorie e trasformazione degli spazi. Saranno accolti favorevolmente interventi di studiose e di studiosi dei diversi ambiti disciplinari.
Si richiede l’invio di un titolo, di un abstract (max 2000 caratteri) e di un breve cv delle proponenti e dei proponenti entro il 15 aprile 2024 a davide.tabor@unito.it, indicando come oggetto CFP Memorie della deistituzionalizzazione in Italia.
Le proposte saranno valutate dal Comitato scientifico e la risposta sarà comunicata entro il 15 maggio 2024.
Alcuni contributi selezionati dal Comitato scientifico e adeguatamente rivisti in forma di saggio saranno pubblicati in un volume collettaneo.
Il convegno rientra tra le azioni del PRIN 2022 Narrazione e cura. La deistituzionalizzazione del sistema manicomiale in Italia: storia, immaginario, progettualità (dal 1961 a oggi), Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali – Università di Cagliari, Dipartimento di Studi Storici – Università di Torino, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere – Università di Pisa
Comitato scientifico
Daniela Adorni, Eleonora Belligni, Chiara Bombardieri, Barbara Bosi, Giovanni Contini, Giovanni Vito Distefano, Giovanni Durbiano, Vinzia Fiorino, John Foot, Marina Guglielmi, Stefano Magagnoli, Gianluigi Mangiapane, Filippo M. Paladini, Elena Petricola, Giuseppina Scavuzzo, Davide Tabor