Donne resistenti e deportate – Michele Calandri
Le partigiane o collaboratrici ufficialmente riconosciute della Resistenza in provincia di Cuneo sono 998. Un numero importante, adeguato al grande rilievo che la nostra terra ha avuto nei 20 mesi di guerra partigiana. Tuttavia, a questo dato numerico – inferiore al reale apporto delle donne alla guerra di liberazione – non sappiamo allegare una spiegazione convincente sulle motivazioni della scelta e della varietà dei contributi femminili, tantomeno dei rischi e del prezzo pagato ad una resistenza “senza le armi”. Sappiamo però che la rottura, operata dalle donne in questa occasione, segna un decisivo progresso per la presa di coscienza e per l’affermazione femminile nella nostra democrazia.
Il sintetico intervento non potendosi addentrare in una casistica enorme, traccia brevemente il percorso di quattro donne nella Resistenza e di tre deportate partigiane, quindi “deportate politiche”.
Michele Calandri è il direttore dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo dal 1980, di cui è anche responsabile del semestrale “Il presente e la storia”. Si è occupato di storia del fascismo, della 2ª guerra mondiale, della Resistenza e della ricostruzione. Ha curato, in particolare, la ricerca e la pubblicazione di Vite spezzate. I 15510 morti nella guerra 1940-45. Un censimento in provincia di Cuneo e, con Mario Cordero, Novecento a Cuneo. Studi sull’ottavo secolo della città (in due tomi).