Appunti sulla professione di ostetrica nel Novecento – Daniela Bernagozzi
La professione di ostetrica è stata un importante trampolino di lancio per il cammino delle donne nel mondo del lavoro e verso le professioni sanitarie. Nella nostra provincia ciò è documentato fin dal periodo napoleonico.
Dalla fine dell’Ottocento possiamo reperire memorie sulla vita di levatrici, fra cui molto interessante è quella di un’ostetrica, Tina Dho Quaglia, che racconta la vita di sua madre, che aveva scelto lo stesso mestiere per “segnale divino”. Questo racconto testimonierà un tirocinio faticoso nelle campagne e il progresso economico graduale della professione.
Nel fascismo le ostetriche saranno oggetto di molte attenzioni da parte del Regime e, accanto a innegabili miglioramenti di status, diverranno le “sentinelle” della campagna per la difesa della razza e della natalità. Di questo periodo tratteremo figure di ostetriche molto attive in provincia come organizzatrici di attività sanitarie e nella difesa della categoria.
L’altra faccia di ciò sono i processi per aborto di cui possiamo intravedere qualcosa.
Figure rilevanti sono anche le ostetriche che parteciperanno alla Resistenza, quelle che continueranno a viaggiare per l’Italia sotto i bombardamenti o che, nel dopoguerra, per partecipare ai concorsi pubblici dovranno fornire credenziali della loro condotta morale o delle loro preferenze politiche.
Daniela Bernagozzi insegna filosofia e storia al Liceo Scientifico di Cuneo. Si è occupata di storia del Novecento con contributi pubblicati sulla Rivista dell’ Istituto di Storia della Resistenza di Cuneo e scrive di storia per il settimanale La Guida. Ha pubblicato per Primalpe Dal piccolo stato alle cento città, sul Risorgimento a Cuneo.