E’ con le donne della SASA che mi feci sindacalista – Luisa Morgantini
Ricordi di una bambina di 10 anni dell’occupazione dello iutificio della Sasa di Villadossola.
I giochi e gli odori dei vecchi telai, della canapa e dei minestroni cucinati e mangiati insieme, mescolati ai ricordi della Resistenza partigiana prima e dopo la Repubblica dell’Ossola, le chiacchiere dei grandi, i ricordi della Resistenza, la gelosia e i pettegolezzi sulle donne staffette partigiane, la ribellione delle donne, la rabbia della madre nel perdere il lavoro, i dialetti della Romagna e della Valle Antrona.
La sconfitta e la speranza, il lavoro che non c’è più, il ritorno a casa.
E la bambina di 10 anni, dopo tanti mesi di vita nella fabbrica occupata, sente il dolore e la rabbia delle lavoratrici di doversene andare, e poi marcia con loro e alla fine ascolta parlare una donna, sindacalista, Teresa Noce, la bambina non capisce molto di quelle parole, ma pensa che la sua vita potrebbe avere un senso se si dedicasse anche lei a parlare e difendere le lavoratrici e i lavoratori, se diventasse una donna ribelle che non accetta che le venga detto: “taci tu, non puoi parlare di queste cose, sei una donna, cosa ne capisci”. E così, a quindici anni, prende la motoretta dello zio e va ad organizzare uno sciopero alla Galtarossa di Domodossola, gli operai ridono di quella bambina davanti ai cancelli che con un megafono dice a tutti che devono uscire, che non possono fare i crumiri e quando torna a casa la madre la prende a sberle e le dice di andare a ballare e a non fare il maschiaccio, ma lei invece va nella Valle Anzasca e Antrona, a parlare con i vecchi valligiani ed a spiegargli i loro diritti di pensionati di ammalati, il prete scrive sul Risveglio Ossolano “un lupo travestito da agnello” viene nelle nostre Valli, non credetegli, dietro la sua dolcezza c’è il lupo del comunismo”. E la bambina che oggi ha 71 anni e si sente cittadina del mondo, quando torna a casa da un “viaggio in luoghi difficili” ha sempre voglia di un minestrone, quell’antico odore che è rimasto nel profondo e quel sapore che desidera sempre.
Luisa Morgantini
Nata a Villadossola il 5 Novembre 1940 da madre operaia e casalinga, da padre operaio e partigiano.
Ha iniziato a lavorare nel giorno di carnevale del 1953, presso la Camera del Lavoro di Villadossola. Ha lasciato, nel 1960, il paese che le stava stretto in cerca di libertà e autodeterminazione, trovando un impiego a Bologna, dove dal 1964 al 1966 è stata funzionaria del Partito Comunista Italiano. Ha lasciato il PCI nel 1966 e non è più entrata a far parte di un partito, impegnandosi nel sindacato, nei movimenti per la pace, per la liberazione dei popoli e nei processi di libertà/liberazione delle donne.
Dal 1966 al 1968 è stata in Inghilterra, al Ruskin College, un college finanziato dai Sindacati inglesi, per persone che non avevano potuto studiare.
Tornata in Italia, dal 1970 al 1999 ha lavorato nel sindacato unitario dei metalmeccanici, prima per la formazione sindacale, poi nella segreteria della FLM di Milano e, successivamente, è stata responsabile per le relazioni internazionali. Dal novembre 1980, dopo il terremoto in Irpinia e fino al dicembre 1981, è stata a Teora come volontaria per la FLM, dove ha fondato la Cooperativa di Donne (tuttora esistente) “La metà del Cielo”. Per la sua attività ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Teora.
Dal 1999 è stata eletta Parlamentare Europea come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista; rieletta nel 2004, si è ritirata nel 2009 per sopraggiunti limiti di età e per mantenere fede al fatto che i parlamentari non dovrebbe effettuare più di due mandati. Durante i mandati parlamentari è stata presidente della delegazione per i rapporti con il Consiglio Legislativo Palestinese, Presidente della Commissione Sviluppo, Vice Presidente del Parlamento Europeo con la delega ai Diritti Umani e la strategia Unione Europea- Africa.
Durante il suo impegno come sindacalista è stata coordinatrice dell’Associazione di Amicizia e solidarietà Italia-Nicaragua, Portavoce dell’Associazione per la Pace e tra le donne promotrici delle Donne in Nero e della Rete Internazionale Donne in Nero contro la guerra.
Attualmente pensionata, continua ad intrecciare i fili della solidarietà con donne e uomini in luoghi di conflitto che praticano la nonviolenza, soprattutto in Palestina e Israele. Tra altre cose è coordinatrice della Rete Internazionale per la Resistenza Nonviolenta palestinese, fa parte del Coordinamento della Commissione Internazionale Donne per una pace giusta in Palestina e Israele, (IWC), è nelle Rete per la Pace di donne del Pakistan e Kenya, nella Rete di Parlamentari contro le armi nucleari e per il disarmo, e nuovamente portavoce dell’Associazione per la pace dal 2010.