Ismel, un nuovo istituto per la memoria del lavoro e dell’impresa e una possibile rete per la storia delle donne e del lavoro in Piemonte – Caterina Simiand
L’intervento muove da una breve presentazione della storia pregressa dell’Ismel, il nuovo istituto che vedrà la luce a Torino il prossimo anno nella sede di Palazzo San Daniele in via del Carmine 14, le cui origini sono da ricercarsi nelle sollecitazioni provenienti in particolare dalla Regione Piemonte negli anni ’90 perché si creasse un centro dedicato alla memoria e alla cultura del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali, raccogliendo gran parte delle carte già esistenti in tre istituti culturali cittadini – l’Istituto Gramsci, l’Istituto Salvemini e la Fondazione Nocentini – se ne consorziasse la gestione e la valorizzazione in una grande Casa degli Archivi, come allora denominata, naturalmente votata alla raccolta unitaria della documentazione sul mondo del lavoro e dell’impresa. Vengono quindi brevemente descritti gli archivi posseduti, in particolare quelli dei partiti politici torinesi e quelli dei sindacati, ricordando anche le ricerche che sono state fatte in passato su specifici aspetti della vita delle lavoratrici in singoli ambiti produttivi o su figure e problemi legati alla presenza delle donne nei partiti politici e nei sindacati. Importanti anche gli archivi sonori conservati da cui, forse meglio che dai documenti, emergono le singole esperienze di vita di operaie, attiviste politiche e sindacali, imprenditrici e professioniste. E’ da rimarcare comunque come lo studio di queste carte e di questi documenti, data la loro consistenza, sia ancora in gran parte da espletare e quindi essi possano costituire materia di ricerca e fornire spunti per ulteriori indagini.
Esaminando quindi l’attività dell’Ismel in questi anni, vengono ricordate alcune ricerche volte al censimento degli archivi d’impresa nell’ambito sia torinese che piemontese. Tali censimenti sono stati la premessa per consentire all’Ismel di incrementare la propria documentazione su di un versante ancora ampiamente scoperto e permettere quindi il recupero di archivi di piccole e medie imprese, non di rado minacciate dalla crisi e destinate quindi a disperdere il proprio materiale documentario. Questa attività di raccolta e valorizzazione, molto impegnativa e di lungo periodo, sta indirizzando anche la ricerca prevalentemente verso il lavoro nella piccola e media impresa, ovvero verso le tipologie che sta assumendo la crescita economica piemontese negli ultimi decenni, caratterizzata dalla diffusione delle imprese di minore dimensione, dalla minore presenza dei tipici settori della tradizione piemontese, dall’emergere di alcune province periferiche che contrastano la supremazia del capoluogo regionale. In questo ambito un progetto di ricerca che si sta perseguendo è quello che riguarda le imprenditrici organizzate da Apid Torino, l’associazione delle donne della piccola impresa, lavorando sui dati conservati dal loro archivio e mettendo in luce alcuni aspetti particolari che riguardano tendenze in atto nell’imprenditorialità femminile, come l’internazionalizzazione delle imprese, il rapporto fra imprenditorialità femminile e innovazione, le modalità di emersione e di affermazione delle imprenditrici, l’imprenditoria femminile immigrata. Tutti temi su cui sarebbe opportuno fare “rete” fra istituti di ricerca, anche in considerazione di una razionalizzazione delle risorse disponibili.
Caterina Simiand, laureatasi in Storia del Risorgimento con una tesi sulle origini del movimento operaio francese, ha lavorato all’Archivio della Fondazione Feltrinelli di Milano ed è stata borsista della Fondazione Einaudi di Torino. Ha collaborato a lungo all’attività culturale e di ricerca dell’Istituto Salvemini di Torino, di cui attualmente è direttrice. E’ membro del Consiglio di amministrazione dell’Ismel. Ha svolto ricerche sulla storia dei partiti e dei movimenti politici piemontesi.