Fondo Attilia Rovero

Inventario a cura di Cristina Gasca (2010)

Versione integrale dell’inventario

Nota biografica

Attilia Rovero nasce a Torino nel 1901, prima di cinque figli. Il padre è impiegato alle Poste e la madre casalinga.
Fin da giovanissima si dimostra molto brillante negli studi; si diploma al liceo classico e poi frequenta la Facoltà di Lettere presso l’Università di Torino.
Nel periodo universitario inizia ad interessarsi attivamente alla politica ed entra a far parte della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI), unione di gruppi di studenti universitari cattolici che rappresenta uno dei capisaldi della formazione degli intellettuali cattolici italiani del Novecento, divenendo anche molto amica di Piergiorgio Frassati.

Dopo la laurea inizia la propria carriera di insegnante di lettere e storia al liceo-ginnasio parificato delle Figlie dei Militari nella sede di Villa della Regina; vi insegna per nove anni e di tale esperienza conserva un ottimo ricordo.
Nella seconda metà degli anni ’30 viene trasferita all’Istituto Magistrale E. De Amicis di Cuneo dove rimane per soli quattro anni; già nell’ottobre del 1939, infatti, riesce ad ottenere il trasferimento all’Istituto Magistrale G.A. Rayneri di Pinerolo, da lei desiderato per poter essere più vicina al padre malato.
L’esperienza di insegnamento a Pinerolo nel periodo del fascismo è per Attilia, donna energica e tutta d’un pezzo, assai sgradevole e travagliata; nel 1940, infatti, entra in conflitto con il segretario politico fascista di Pinerolo di cui ha in classe la figlia e, a causa delle accuse mossele dalla ragazza, le viene mandata un’ispezione a seguito della quale il Ministero dell’Istruzione avvia un’inchiesta. Per sua fortuna, grazie all’intercessione del Conte di Torino, attivatosi in virtù del fatto che una sorella di Attilia è addetta come ragioniera all’amministrazione patrimoniale Savoia-Aosta, la vicenda si conclude con un provvedimento disciplinare relativamente blando. L’episodio coincide, per altro, con gli ultimi momenti di vita del padre, deceduto alla fine del mese di novembre del 1940. Gli anni successivi, fino alla caduta del Regime, sono costellati di denuncie e ispezioni e l’operato di Attilia è tenuto costantemente sotto controllo.

Nel luglio del 1944 si dà malata e si trasferisce a Barge dove fiancheggia le locali formazioni partigiane e collabora alla fondazione del Gruppo di Difesa della Donna. Il Gruppo è strettamente legato al Comitato di Liberazione Nazionale e diviene in seguito, cambiando denominazione, l’Unione Donne Italiane di Barge in cui Attilia svolge attività propositiva e di impulso grazie alla propria cultura e alle proprie capacità personali.

Nel 1946, rientrata a Torino, continua l’insegnamento a Pinerolo ed è attiva nell’Unione Donne Italiane di Torino. Nel febbraio del 1948, tuttavia, dà le dimissioni dell’UDI perché non condivide quella che secondo lei è un’eccessiva politicizzazione dell’Associazione; secondo Attilia, l’Unione Donne Italiane dovrebbe essere aperta a tutte le donne, di qualsiasi orientamento politico, e non diventare uno strumento controllato e guidato da un partito. Attilia è, infatti, donna politica orientata a sinistra pur nel solco della Chiesa perché molto credente, ma sostanzialmente apartitica. Il che, tuttavia, non le impedisce di essere in aperta polemica con il Vaticano per gli atteggiamenti di grande chiusura dimostrati nel dopoguerra, e anche per la posizione attribuita alla donna dalle autorità pontificie; la si potrebbe, infatti, definire una femminista ante litteram che si interroga sul ruolo della donna nella società, crede nella parità tra uomo e donna e sceglie di non sposarsi per non dover sacrificare la propria indipendenza.

Nel periodo successivo è molto attiva all’interno della Pro Cultura Femminile di Torino, associazione apartitica e aconfessionale, avente come scopo principale il “fare” cultura al femminile.

Verso la fine degli anni ’50 ottiene il trasferimento all’Istituto Magistrale Statale Domenico Berti di Torino dove rimane a lungo per poi concludere la sua carriera nei primissimi anni ’70 all’Istituto Regina Margherita di Torino.
Nel frattempo, cioè nel giugno del 1957, fonda insieme alla sorella insegnante di storia e filosofia, il Circolo “Il Sestante” che nasce principalmente come scuola per preparare le giovani insegnati neolaureate ai concorsi, ma anche alla vita e all’impegno politico. Lo scopo indicato nello Statuto è quello di “offrire a tutte le donne la possibilità di arricchire la loro personalità, sviluppandone le attitudini e gli interessi nella vita collettiva culturale e sociale”. Le attività principali sono infatti: l’organizzazione di dibattiti e incontri tendenti a dare un’informazione di prima mano su argomenti attuali, la preparazione professionale delle insegnati mediante corsi di preparazione ai concorsi magistrali e ai concorsi per le scuole medie e superiori, l’organizzazione di corsi di educazione civica e di educazione sessuale. Attilia, però, nutre anche una grande passione per la lettura, il teatro e il cinema, perciò nella sfera di interessi del Sestante rientrano anche l’arte e il teatro e ne derivano la creazione di un gruppo teatrale sperimentale, una vivace attività di critica di spettacoli teatrali e cinematografici, l’organizzazione di mostre, di visite culturali a opere d’arte o istituzioni interessanti e le sfilate di moda pratica.
Attilia vi ricopre il ruolo di presidente fino al 1962, anno in cui dà le dimissioni per motivi di salute, pur continuando ad esserne socia attiva; viene sostituita nel ruolo di presidente da Emilia Bajardi Mongini, sua ex allieva.

Muore a Torino nell’agosto del 1981.

Nota archivistica

Le carte di Attilia Rovero sono state donate all’Archivio delle Donne in Piemonte, nel giugno 2010, dalla di lei nipote Maria Rovero, che ha raccolto e conservato i documenti dopo la morte della zia, salvandoli da sicura dispersione.

Si tratta di circa 25 cm di documentazione in buono stato di conservazione. Le carte, contenute in una ventiquattrore, erano già suddivise in fascicoli in base agli argomenti, che facevano riferimento a varie attività svolte da Attilia Rovero all’interno di associazioni di cui fece parte nel corso della sua vita, o alle tematiche cui si interessò, o a vicende che la coinvolsero. Tale suddivisione risale, a quanto pare, ad Attilia Rovero stessa e le carte, ad eccezione di un paio di fogli sciolti, si trovavano all’interno di sei cartelline e due raccoglitori ad anelli recanti titoli manoscritti.

Si elencano qui di seguito i titoli delle cartelline e dei raccoglitori nell’ordine in cui sono stati aperti e visionati.
Cartellina 1: “U.D.I.”
Cartellina 2: “U.D.I. di Barge”
Cartellina 3: “Materiale di propaganda elezioni 1953”
Cartellina 4: “Documenti Scuola, denuncie”
Cartellina 5: “Documenti per il Comitato della Donna 1948”
Cartellina 6: “Sestante Quaderno 15°, Notiziari”

Raccoglitore 1: “Circolari del Sestante”
Raccoglitore 2: “La donna”

Dopo aver preliminarmente esaminato tutto il materiale si è deciso di mantenere, almeno in linea generale, queste suddivisioni e, sulla base degli argomenti, si sono create 5 serie:

1 – Carte relative all’Unione Donne Italiane di Barge (cartellina 2)
2 – Carte relative all’Unione Donne Italiane di Torino (cartellina 1)
3 – Documenti per il Comitato Coordinatore del Centenario 1848-1948 – Commissione Assistenza – Commissione Femminile Mostra della Donna (cartellina 5)
4 – Carte relative al Circolo “Il Sestante” (cartellina 6; raccoglitore 1)
5 – Miscellanea (cartelline 3-4; raccoglitore 2; carta sciolta)

Le prime quattro serie sono state collocate in questo ordine seguendo un criterio cronologico.

All’interno delle prime due serie si è poi provveduto a creare dei fascicoli in base all’argomento o alla tipologia delle carte, ordinandoli tendenzialmente sempre secondo un criterio cronologico.
Si segnala che nella serie “Carte relative all’Unione Donne Italiane di Barge” si è scelto di separare il carteggio (unità n. 4 “Carteggio Gruppo di Difesa della Donna” e n. 5 “Carteggio dell’Unione Donne Italiane”) costituendo due fascicoli, benché le carte siano state prodotte dal medesimo gruppo che ha semplicemente cambiato nel tempo la propria denominazione. Si è ritenuto, infatti, che l’unità n. 4 costituisse per argomento un fascicolo a sé, relativo ai rapporti intrattenuti dal gruppo con il comune e i partigiani nel periodo immediatamente successivo alla fine della guerra, mentre il resto del carteggio, contenuto nell’unità n. 5, raccogliesse la corrispondenza di carattere più generale intrattenuta dall’Unione Donne Italiane di Barge con corrispondenti vari.
La terza serie “Documenti per il Comitato Coordinatore del Centenario 1848-1948 – Commissione Assistenza – Commissione Femminile Mostra della Donna” raccoglie le carte relative all’attività svolta, per conto del Comitato Coordinatore del Centenario 1848-1948, dalla Commissione Assistenza di cui fu presidente la Contessa Paola de la Forest. In effetti molte delle lettere inviate dalle associazioni femminili di assistenza e beneficienza, interessate a partecipare all’iniziativa, sono indirizzate alla Contessa per l’organizzazione di una Mostra della Donna a Torino dal 1° al 25 settembre, come uno dei punti del programma per la celebrazione del centenario. Si può evidentemente supporre, a fronte della presenza di questi documenti tra le carte di Attilia Rovero, che anch’essa facesse parte della Commissione e sia stata attiva nell’organizzazione dell’evento. La serie contiene dunque lettere e pubblicazioni a stampa recanti notizie e dati relativi alle varie opere assistenziali e benefiche religiose e laiche della Città e della Provincia di Torino rette da donne; le carte recano ciascuna un numero di segnatura originario apposto a matita che in fase di schedatura è stato riportato sia nelle note sia tra parentesi dopo la descrizione di ogni pezzo. Dove è stato possibile risalire ad una data per il singolo documento è stata riportata anch’essa tra parentesi dopo la descrizione del pezzo, mentre la data attribuita alle unità è sempre il 1948, cioè la data in cui le carte sono state inviate alla Commissione Assistenza per l’organizzazione della mostra. Si è scelto di ordinare le unità, riferentisi alle varie opere e associazioni, secondo il criterio alfabetico.
La quarta serie “Carte relative al Circolo “Il Sestante”” è la più complessa in quanto organizzata a sua volta in quattro sottoserie. Si tratta per lo più di circolari, che sono state organizzate per anno, una minima parte di corrispondenza, volantini e inviti alle attività organizzate dal circolo, appunti dattiloscritti e manoscritti relativi all’organizzazione delle attività, bozze di articoli scritti per il “Notiziario” del Circolo e carte varie, che Attilia Rovero ha prodotto o raccolto in quanto cofondatrice e poi attivista del Sestante. Tali documenti sono particolarmente significativi in quanto non possedendo, almeno per il momento, l’archivio dell’associazione, rappresentano il nucleo documentario più consistente e l’attestazione principale dell’attività svolta dal Sestante.
Il Circolo “Il Sestante” viene fondato nel giugno 1957 da Attilia Rovero, che ne è la prima presidente, e altre 37 socie “con lo scopo di offrire a tutte le donne la possibilità di arricchire la loro personalità, sviluppandone le attitudini e gli interessi nella vita collettiva culturale e sociale”. L’associazione ha la sua sede in via San Quintino 3 fino al 1960, poi si trasferisce in via Accademia Albertina 31, ma nell’agosto del 1965 cambia nuovamente sede per trasferirsi in via XX Settembre 5. Sappiamo inoltre che fa parte sia del Consiglio Nazionale delle Donne Italiane (CNDI) sia del Comitato Associazioni Femminili Torinesi (CAFT). Dal 1972 il circolo non è più femminile e accoglie tutti coloro che ne accettano il programma.
La quinta serie “Miscellanea” contiene, oltre ad un foglio sciolto, le cartelline o i raccoglitori che costituiscono di per sé un unico fascicolo, dunque una sola unità archivistica, e non fanno riferimento in maniera diretta ad un gruppo o a un’attività specifica a cui Attilia Rovero ha partecipato. Le unità che costituiscono la serie sono state ordinate cronologicamente.

Il lavoro di schedatura e riordino è stato effettuato per mezzo dell’applicativo Guarini Archivi, assegnando un numero di corda unico alle unità archivistiche che compongono il fondo. Si è provveduto inoltre ad indicizzare i nomi di persona e di Enti citati nel contenuto delle unità. Tali elementi compaiono nell’indice dei nomi collocato al fondo dell’inventario.