Fondo Federazione Italiana Donne – F.I.D.

Inventario a cura di Cristina Gasca (2010)

Versione integrale dell’inventario

Introduzione

Il piccolo archivio della Federazione Italiana Donne (F.I.D.) rappresenta uno dei numerosi tasselli che contribuiscono a ricostruire la storia dell’associazionismo femminile torinese nella seconda metà del XX secolo. Si tratta di un panorama multiforme e complesso, fatto di realtà che si sovrappongono e si intersecano tra loro e di cui sono spesso protagoniste le medesime donne, che troviamo impegnate su più fronti. Molte di esse, infatti, partecipano attivamente alla vita politica e culturale della città e fanno parte di più associazioni, ricoprendovi magari cariche importanti ed essendone anche rappresentanti presso le Consulte, i Comitati o altre federazioni di associazioni femminili, quale ad esempio il Consiglio Nazionale delle Donne Italiane (C.N.D.I.).

La Federazione Italiana Donne nasce nel 1949 per volontà di Giuseppina Capurro Picchi, donna assai impegnata nel sociale, e viene fin da subito improntata, dato lo spiccato interesse della fondatrice per la cultura e lo stile di vita americani, sul modello della General Federation of Women’s Clubs (G.F.W.C.) con intenti eminentemente socio assistenziali e culturali. Tra le socie fondatrici, che in seguito si alternano nel ruolo di vicepresidente e segretaria, ci sono donne importanti quali Liliana Richetta, Frida Malan, e Bianca Rosa. Le suddette donne, Giuseppina Capurro Picchi compresa, ricoprono cariche all’interno del Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, in rappresentanza della F.I.D., che vi entra nel 1957, o di altre associazioni, quali ad esempio l’Unione Cristiana delle Giovani o il Circolo Il Sestante, e Richetta nel 1969 è addirittura eletta Presidente nazionale del C.N.D.I..

Dal 1959 la F.I.D. entra a far parte del Comitato di Associazioni Femminili Torinesi (C.A.F.T.) al cui interno è rappresentata da Richetta e Rosa, mentre Capurro Picchi, pur essendo presidente della F.I.D., partecipa alle riunioni in qualità di rappresentante del C.N.D.I..

Va inoltre ricordato che, nei primi anni ’50, Giuseppina Capurro Picchi non solo fa parte dell’Associazione Mazziniana Italiana (A.M.I.), ma ne è pure la rappresentante presso il C.N.D.I., di cui possono far parte i gruppi femminili di associazioni miste. Bianca Rosa, invece, oltre ad essere per lungo tempo la segretaria della F.I.D., fa parte del consiglio direttivo dell’A.M.I. e vi ricopre anche, negli anni ’70 e ’80, la carica di segretaria.

A partire dagli anni ’70 la F.I.D. è rappresentata all’interno della Consulta Femminile Regionale da Giuseppina Goria Fabàro e da Liliana Richetta, che continua ad essere anche delegata presso il C.N.D.I., e all’interno della Consulta Comunale Femminile da Floriana Fontolan. Quest’ultima, oltre ad essere l’ultima presidente della Federazione che viene sciolta nel 2000, è anche cofondatrice nel 1973, insieme alla socia F.I.D. Carla Peirone, dell’Associazione Mogli Medici Italiani (A.M.M.I.).

E’ dunque evidente la grande complessità della materia cui si va a sommare la ben nota difficoltà che si incontra nel riordino di archivi di piccoli enti o associazioni, i quali non sono rigidamente strutturati e molto spesso vengono conservati a casa del presidente dell’associazione, passati di mano in mano o parcellizzati e, il più delle volte, capita anche che i documenti attinenti all’attività dell’associazione finiscano per sovrapporsi o confondersi con quelli personali.

Il presente inventario è il risultato di un complesso lavoro di schedatura e riordino che, a fronte dei suddetti problemi, ha condotto alla costruzione di una struttura che vorrebbe illustrare nel modo più preciso e più chiaro possibile, pur con un certo inevitabile margine di approssimazione, le attività svolte dal soggetto produttore ed i suoi rapporti con le altre associazioni.

La Federazione Italiana Donne[1]

La Federazione Italiana Donne (F.I.D.) è stata fondata a Torino nell’agosto del 1949 dalla Prof. Giuseppina Capurro Picchi. L’associazione, che ha carattere aconfessionale, si ispira a principi di solidarietà umana e fratellanza internazionale ed ha come scopi principali la difesa dei diritti civili e morali della donna e della gioventù ed il miglioramento della comunità in cui opera.

Tra le socie fondatrici, che si alternano nel ruolo di vicepresidente e segretaria, vi sono Frida Malan, Liliana Richetta e Bianca Rosa.

Nell’ottobre del 1949 si affilia alla General Federation of Women’s Clubs (G.F.W.C.), la più grossa ed importante associazione femminile, sorta a Washington nel 1890 da gruppi già esistenti, con l’intento di unire nel mondo le donne, per far progredire i loro comuni interessi nei campi della filantropia, del pubblico benessere, dei valori morali e civili e delle belle arti. La F.I.D. è però, per Statuto, in posizione di indipendenza e di autonomia per quanto riguarda l’organizzazione interna e la propria attività.
Nell’ambito della città in cui è stata fondata l’Associazione svolge con i propri mezzi diverse attività di carattere assistenziale, sociale e culturale. Aiuta, con elargizioni in denaro e l’istituzione di “posti letto”, il Dormitorio Pubblico di via Ormea (Asili Notturni), dedicando particolare cura alla soluzione di dolorosi problemi singoli di ragazze madri, donne abbandonate dai mariti, bambini da collocare in asili nido e collegi. Arreca aiuti e soccorsi vari alle carcerate ed ai loro bambini allevati nelle Carceri Nuove di Torino. Altre donazioni vengono fatte in favore di enti benefici e persone bisognose; ad esempio, vengono versate due borse di studio, in favore di due ragazze meritevoli, ad un “centro sociale” di Mirafiori. Il denaro per tali sovvenzioni e manifestazioni è ricavato dalla canasta benefica annuale e da oblazione delle socie.

Promuove, inoltre, numerosi dibattiti e svolge cicli di conferenze, organizzati direttamente oppure in collaborazione con altri Enti ed Associazioni.

Nella primavera del 1951 la F.I.D. seconda l’azione promossa da Giuseppina Capurro Picchi a favore dell’ammissione delle donne alle Giurie Popolari.

Nel 1953 Giuseppina Capurro Picchi, invitata dall’U.S. Department a compiere un viaggio culturale negli Stati Uniti per un periodo di quattro mesi, partecipa alla Convention della G.F.W.C. a Washington. Al suo ritorno la presidente tiene in varie città italiane una serie di conferenze concernenti la sua esperienza americana.

Nel 1954 un gruppo di diciotto donne della G.F.W.C. si ferma per alcuni giorni a Torino e la F.I.D. ottiene che il gruppo sia ricevuto dal Sindaco, visiti Palazzo Madama e la FIAT.

In seguito la presidente dell’Associazione ottiene la possibilità di partecipare ad un viaggio di due mesi negli U.S.A. per due socie: Frances Herlitzka e Maria Mazzacurati. La signora Herlitzka nel 1955 partecipa alla Convention che si tiene a Filadefia dove presenta una relazione sull’attività della F.I.D..

Sempre nel 1955 una delegazione di donne, guidate da Giuseppina Capurro Picchi, partecipa alla prima Convention Europea della G.F.W.C. che si tiene a Ginevra.

Nel 1957 la Federazione fa domanda per entrare a far parte del Consiglio Nazionale delle Donne Italiane (C.N.D.I.) e la richiesta è accolta all’unanimità dal Consiglio Direttivo. Il C.N.D.I., fondato nel 1903 sotto la presidenza della Contessa Gabriella Spalletti Rasponi e sciolto nei tumultuosi anni che precedono la Seconda Guerra Mondiale, viene ricostituito con il Congresso tenutosi a Milano il 21-24 maggio 1949. Giuseppina Capurro Picchi, presidente del Comitato Promotore di Torino per la ricostituzione del C.N.D.I., è tra le prime consigliere e rimane a lungo nel Consiglio Direttivo, inizialmente come delegata dell’A.M.I. di Torino, poi come delegata della F.I.D.

La Federazione Italiana Donne ottiene la presidenza di due commissioni: “Arti e lettere” e “Lavoro” e le socie partecipano largamente a tutte le iniziative indette dal Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, collaborando alla buona riuscita delle manifestazioni, come ad esempio avviene per il VI Congresso Nazionale di Torino del 1962, in occasione del quale si stabiliscono i locali della Segreteria Organizzativa presso la sede F.I.D. di Via Cesare Battisti 15.

Nel 1958, in collaborazione con l’Unione Genitori ed Insegnanti delle Scuole Statali (U.G.I.S.S.), la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (S.I.O.I.) ed altre associazioni culturali, la F.I.D. organizza una serie di cinque dibattiti sull’insegnamento della storia nelle scuole italiane, presentando tre mozioni approvate dall’assemblea e trasmesse al Ministero della Pubblica Istruzione.

Alla fine del 1959 l’Associazione entra a far parte del Comitato di Associazioni Femminili Torinesi (C.A.F.T.), sorto con l’intento di studiare i problemi del lavoro femminile: l’istruzione professionale, la parità salariale, la clausola del nubilato. Il contributo di ricerche e di opinioni apportate dall’Associazione viene esposto da Bianca Rosa in un dibattito tenuto a Torino presso la sede della Procultura Femminile. Nell’ambito dell’attività del C.A.F.T. la F.I.D. partecipa a tutti i convegni indetti presso la Società Umanitaria di Milano: “La preparazione professionale della donna” (3-5 aprile 1959), “Licenziamenti a causa di matrimonio” (25-26 febbraio 1961), “L’emancipazione femminile in Italia. 1861-1961, un secolo di discussioni” (Torino, 27-29 ottobre 1961), “La parità di retribuzione nel Mercato Comune” (30 settembre – 2 ottobre 1963).

In questo periodo la F.I.D. è rappresentata all’interno del C.A.F.T. da Liliana Richetta Scolaro, Vice presidente della Federazione, mentre Giuseppina Capurro Picchi e Frida Malan, pur essendo entrambe socie F.I.D., vi rappresentano rispettivamente il Consiglio Nazionale delle Donne Italiane e l’Unione Cristiana delle Giovani (U.C.D.G.).

Tra il dicembre 1961 ed il maggio 1962 la F.I.D., sempre nell’ambito delle attività del C.A.F.T., partecipa al ciclo di conferenze promosse a completamento delle manifestazioni di “Torino ‘61”, con la prolusione di Giuseppina Capurro Picchi ed un lavoro della segretaria Bianca Rosa, raccolti nel volume “Aspetti dell’attività femminile in Piemonte negli ultimi cento anni, 1861-1961”. Sempre nel corso di tali manifestazioni, in occasione della Giornata delle Associazioni Internazionali, Giuseppina Capurro Picchi presenta, come delegata della G.F.W.C., un documento inviatole dalla presidente dell’Associazione americana.

In collaborazione con l’United States Information Service (U.S.I.S.) di Torino, nel marzo 1961, la F.I.D. organizza alcune eventi, come il concerto vocale e strumentale “Origini della musica americana” indetto dal Circolo della Stampa, dall’U.S.I.S e dall’Associazione Fulbright Piemontese.

Nel 1965 la F.I.D., insieme ad altre associazioni femminili, promuove un dibattito sul tema: “Inadempienze costituzionali nella scuola elementare” che mira ad ottenere la graduatoria unica per merito fra maestre e maestri e ad impedire la soppressione delle scuole elementari nei centri più piccoli. A conclusione del dibattito viene stilata e inviata una mozione al Ministero della Pubblica Istruzione.

Nel 1966 Giuseppina Capurro Picchi, come presidente della F.I.D., commemora la Giornata Internazionale della Donna presso la Galleria di Arte Moderna.

Nel 1972 l’Associazione organizza una riunione conviviale durante la quale vengono presentate le candidate ai partiti politici che hanno occasione di esporre le loro impostazioni politiche sul tema “Una politica per la donna”.

Nel 1973 la F.I.D. partecipa al congresso C.N.D.I. a Livorno con tre mozioni sul servizio civile della donna, la nazionalità della donna maritata e l’aborto. Sempre nello stesso anno partecipa alle iniziative del C.A.F.T. riguardanti la stesura della relazione presentata dal Comitato al Convegno Regionale sull’occupazione femminile, lo studio per una proposta alla Regione sull’assistenza agli anziani, le attività della commissione di studio in vista del Congresso Regionale sull’immigrazione, le attività della commissione per le celebrazioni sulla partecipazione della donna alla Resistenza.

Nel 1975, come risulta dagli Atti Costitutivi conservati nell’archivio[2], vengono costituite le Sezioni Provinciali della F.I.D. di Vercelli, Asti e Cuneo di cui sono nominate presidenti rispettivamente: Giuseppina Goria Fabàro, Ada Mozzone, Giuseppina Beccaria.

Nel maggio del 1979 muore Giuseppina Capurro Picchi, rimasta presidente dell’associazione fino alla propria scomparsa, e Giuseppina Goria Fabaro, socia storica, diviene Responsabile Regionale della Federazione.

La seconda metà degli anni ’70 rappresenta un periodo buio nella storia dell’associazione; diminuisce il numero delle iscritte, diminuiscono le attività e la F.I.D. viene sfrattata dalla propria sede storica di Via Cesare Battisti.

All’inizio degli anni ’80 si lavora alacremente per risollevare le sorti dell’associazione portandovi nuove socie. Del nuovo consiglio direttivo fanno parte ancora Bianca Rosa, Liliana Richetta, Frida Malan e Giuseppina Goria Fabàro, mentre tra le nuove leve vi sono Floriana Fontolan, Eva Babel Prunelli, Carla Peirone e Bianca Vetrino.

Negli anni successivi delegate dell’associazione continuano ad operare attivamente nel C.A.F.T. e nella Consulta Femminile Regionale del Piemonte, nonché in quella del Comune di Torino. La Federazione continua inoltre ad essere presente nel C.N.D.I. con la delegata Liliana Richetta e, dal 1993, con Eva Prunelli.

Nel corso degli anni ’90 si alternano alla presidenza dell’associazione Giuseppina Goria Fabàro e Floriana Fontolan.

Nell’aprile del 1993 l’Associazione collabora alla formulazione di un documento redatto dal C.A.F.T. e dalla Consulta Femminile Regionale del Piemonte per esprimere indignazione e solidarietà alle donne della Bosnia e della ex Jugoslavia.

Dal 1996 collabora con l’Associazione Mogli dei Medici Italiani (A.M.M.I.) e la Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari (F.I.D.A.P.A.) alla diffusione di un programma di “Prevenzione Alcolismo” nelle scuole medie e superiori di Torino e Provincia.

Nell’ottobre del 1996 prende parte all’interclub tra A.M.M.I. – F.I.D.A.P.A. – F.I.D. e NEW CLUB su “Laserterapia. Stato dell’arte. Falsi miti o realtà scientifiche?”. L’incontro si inquadra tra le iniziative sociali rivolte alla popolazione.

Il 3 febbraio del 2000, come risulta da verbale dell’Assemblea[3], sotto la presidenza di Floriana Fontolan, si delibera di chiudere l’attività della F.I.D. non essendovi più le motivazioni che, nei lontani anni dell’immediato dopoguerra, erano state alla base della sua costituzione.

Cronologia

1949 agosto – La Federazione Italiana Donne viene fondata a Torino da Giuseppina Capurro Picchi.
1949 ottobre – La Federazione si affilia alla General Federation of Women’s Clubs.
1957 – La Federazione entra a far parte del Consiglio Nazionale delle Donne Italiane (C.N.D.I.).
1959 – La Federazione entra a far parte del Comitato Associazioni Femminili Torinesi (C.A.F.T.).
1975 – Si costituiscono le Sezioni provinciali di Asti, Cuneo e Vercelli.
1979 – Muore Giuseppina Capurro Picchi.
2000 febbraio – Si dichiara chiusa l’attività della Federazione Italiana Donne.

Nota archivistica

Le carte dell’Archivio della Federazione Italiana Donne erano, da ultimo, conservate nella cantina di Floriana Fontolan, ultima presidente dell’Associazione, che le ha donate, nella primavera 2009, all’Associazione Archivio delle Donne in Piemonte.

I documenti, stipati in cinque scatoloni di cartone, sono stati consegnati con generiche informazioni circa il loro contenuto che doveva riguardare “una qualche associazione femminile”. Una parte del materiale documentario, soprattutto quella che giaceva sul fondo dei contenitori, versava in cattive condizioni a causa di danni da umidità, presentando notevoli tracce di muffa e, in taluni casi, un processo irreversibile di saldatura della carta.

Il primo passo, dunque, è consistito nell’aprire gli scatoloni, estrarre i documenti ed esaminarne le condizioni. Si è poi provveduto, ove necessario, a ripulirli dalla muffa tramite spolveratura ed a separare, ove possibile, tramite spatolina e bisturi i fogli di carta incollatisi tra loro. E’ stato necessario intervenire soprattutto su alcuni album di fotografie sui quali sono state eseguite le seguenti operazioni: spolveratura per eliminare le muffe, pulitura delle foto danneggiate ed incollate tra loro tramite bisturi e spatolina, incollatura delle didascalie direttamente sui fogli degli album ed incollatura delle foto mediante realizzazione di angolini in carta barriera. In un secondo tempo si è provveduto ad interfogliare le pagine degli album con fogli di velina nei casi in cui le foto, incollate già in origine sia sul recto sia sul verso delle pagine, rischiavano di subire ulteriori danni a causa del contatto diretto delle rispettive superfici.

In questa prima fase si è anche censito in via preliminare il materiale, creando delle pile di documenti che rispettassero la collocazione che essi avevano all’interno delle scatole, caso mai questa avesse rivestito un qualche significato.

Si sono così individuati e separati fisicamente due nuclei documentari: uno relativo alla Federazione Italiana Donne e l’altro all’Associazione Mazziniana Italiana, Sezione di Torino, che originariamente, cioè prima di confluire nella cantina di Floriana Fontolan, appartenendo a due archivi diversi erano conservati in due luoghi differenti. Da un lato, dunque, vi sono le carte più antiche dell’archivio della Federazione Italiana Donne che, all’inizio degli anni ’80, dopo la morte della sua fondatrice e presidente Giuseppina Capurro Picchi e la perdita della sede, furono prese in consegna da Bianca Rosa, socia e per un periodo anche segretaria dell’associazione, e conservate in un armadio nella sua casa. Dall’altro lato, invece, vi sono alcune carte dell’Associazione Mazziniana Italiana, di cui la medesima Bianca Rosa fu socia e per un periodo segretaria, che erano conservate in un armadio presso la sede del Partito Repubblicano Italiano.

La storia di questi due nuclei documentari si interseca, incontrando un destino comune quando, all’inizio degli anni ’90, di fronte ad un serio rischio di dispersione dei documenti, benché ancora vivente Bianca Rosa, Liliana Richetta e Eva Babel Prunelli si incaricano di ritirare le carte e le consegnano a Floriana Fontolan, all’epoca presidente della Federazione Italiana Donne, che si offre di tenerle nella propria cantina.

All’archivio F.I.D. è poi pertinente un altro piccolo nucleo documentario degli anni ’80-’90 che si trovava in casa della signora Fontolan, all’interno di una cartellina, ed è stato da lei consegnato all’Archivio delle Donne in Piemonte contestualmente agli altri documenti conservati negli scatoloni.

Durante la prima fase di lavoro si è inoltre deciso di mantenere separate alcune carte che sembravano riguardare altre associazioni femminili, ritenendo possibile che fossero parte di fondi personali di donne appartenenti ad altre associazioni oltre alla F.I.D. e, dunque, da considerasi fondi aggregati. Si è ipotizzato che fossero confluiti negli scatoloni per qualche motivo non immediatamente comprensibile, ma che in ogni caso non fossero direttamente pertinenti all’archivio della Federazione, riservandosi però di tornare sulla questione alla fine delle operazioni di schedatura. Va inoltre segnalato che alcuni documenti, prodotti da Giuseppina Capurro Picchi negli anni precedenti alla fondazione della Federazione Italiana Donne, benché fossero in origine conservati insieme al materiale documentario che costituisce tale fondo, sono stati spostati e considerati facenti parte del fondo Associazione Mazziniana Italiana, poiché Capurro Picchi li produsse in quanto rappresentante dell’A.M.I. presso il Consiglio Nazionale delle Donne Italiane. A tale scopo si è dunque scelto di creare, all’interno del Fondo A.M.I., una serie denominata “Carte di Giuseppina Capurro Picchi” che li raccoglie.

Al termine di questa prima fase di intervento è risultato evidente che, tranne alcune eccezioni, la maggior parte della documentazione era raccolta a caso negli scatoloni. Si è inoltre enucleato il materiale da scartare alla cui eliminazione si è provveduto in seguito.

La seconda fase di lavoro è consistita quindi nella creazione di un ipotetico albero dei fondi o schema di riordinamento per le carte appartenenti all’archivio della Federazione Italiana Donne. La struttura così creata è ovviamente ipotetica poiché solo alla fine del lavoro, quando tutta la documentazione è schedata, è possibile dare la struttura definitiva all’archivio. Come spesso accade nel caso di archivi di piccole associazioni, non esistevano mezzi di corredo, quali ad esempio un inventario, né segnature o titolari cui fare riferimento e di cui avvalersi per ricostruire l’ordinamento originario della documentazione.

Si è proceduto dunque alle operazioni di schedatura delle carte della F.I.D. e di quelli che, come si è detto, si ritenevano piccoli fondi aggregati, tramite l’applicativo Guarini Archivi. La schedatura consiste nel riportare i dati relativi alle singole unità archivistiche su una scheda informatica contrassegnata da un numero provvisorio e progressivo corrispondente a quello posto a matita sulle camicie che contengono i documenti. Al termine di tale operazione si entra in possesso di numerosi dati relativi ai documenti che permettono di ottenere un’idea più precisa circa la struttura dell’archivio e la posizione che all’interno di essa occupano le unità archivistiche.

La terza fase di lavoro è consistita nel riordino del data base informatico, attività resa agevole dall’applicativo Guarini Archivi che consente di aggiungere, eliminare, spostare di livello o di posizione in qualsiasi momento i vari raggruppamenti archivistici e di spostare all’interno di essi le unità archivistiche. L’operazione è stata preceduta da un incontro con Floriana Fontolan, che per ultima ha conservato le carte, per approfondire la conoscenza della storia specifica dei documenti in oggetto ed avere ulteriori informazioni sulla Federazione Italiana Donne di cui Fontolan fu l’ultima presidente. Tale incontro ha confermato in linea di massima la struttura pensata per l’archivio che ha richiesto soltanto alcuni aggiustamenti, soprattutto all’indirizzo di quelli che si erano, in un primo tempo, considerati archivi aggregati. Su assicurazione di Floriana Fontolan si è, infatti, riconosciuto un unico Fondo Federazione Italiana Donne, che comprende anche le carte del Comitato Associazioni Femminili Torinesi, della Consulta Femminile Regionale del Piemonte e della Consulta Comunale Femminile di Torino; tali documenti, infatti, furono raccolti dalle socie della Federazione che parteciparono alle attività delle Consulte e del Comitato proprio in rappresentanza della Federazione Italiana Donne.

[1] Le notizie storiche qui riportate sono state tratte dagli appunti riguardanti la Federazione e le sue attività. Cfr. FID 191.

[2] Cfr. FID 2- FID 4.

[3] Cfr. all’interno della serie dei “Documenti Amministrativi” l’unità FID 8 che contiene minuta di verbale dell’assemblea del 03/02/2000 durante la quale si stabilisce di chiudere l’Associazione.

[4] Cfr. FID 158.