Liliana Richetta: la ricostruzione di una memoria – Cristina Vernizzi
Tenterò di delineare il percorso con le difficoltà che ho dovuto affrontare per ricostruire la vita di Liliana Richetta a cui la Consulta Regionale femminile qualche anno fa dedicò un breve opuscolo.
Benché la famiglia, fonte primaria di informazioni, avesse messo a disposizione tutto quanto riguardava Liliana, mi sono trovata di fronte ad una congerie disparata di materiale consistente in locandine di Convegni, volantini a stampa, spesso con note scritte in margine,( tipo: importante, segnalare, ecc. ) e fotografie.
Dopo un iniziale disorientamento, la ricerca si è sviluppata su piani paralleli anche in altre direzioni: documentazioni delle Istituzioni pubbliche o private in cui operò, materiale fotografico su di lei, le memorie personali di chi la conobbe, e , in mancanza di archivi organici, il materiale cartaceo che si poteva trovare durante le indagini e consistente in stampati di varia natura e manoscritti eterogenei
Seguendo l’ordine cronologico della sua vita, le prime testimonianze sono state ovviamente tratte dagli archivi pubblici e si riferivano alla sua vita scolastica, in particolare gli studi al Liceo Classico Gioberti di Torino e all’Università di Torino nella Facoltà di giurisprudenza. L’Archivio Storico dell’Università ha consentito di ricostruire il percorso fatto, gli esami sostenuti, i docenti frequentati e tra questi Gioele Solari, maestro di democrazia per tutta una generazione.
Le ultime tasse universitarie, versate nel novembre 1944, si sovrapponevano alla sua attività di staffetta partigiana. La consultazione delle Memorie di Guido Guazza ha iniziato a fornire indicazioni sulla partecipazione attiva di Liliana nella Resistenza e ulteriori informazioni ci sono giunte dai volantini e dagli ordini del Giorno dei Gruppi di difesa della Donna in Provincia.
Illuminanti per delineare la personalità di Liliana risultavano le circolari stilate da lei: la concretezza, la capacità di organizzazione e di comprensione immediata delle problematiche che si affacciavano in quei momenti drammatici, erano le note che caratterizzeranno sempre la sua attività. La prudenza che la lotta clandestina consigliava, sicuramente ha contribuito a lasciarci ben poco di tutto il materiale che deve essere stato prodotto in quel periodo drammatico. Indagini approfondite presso gli Archivi degli Istituti per la Storia della Resistenza, dovrebbero fornire notizie più esaurienti.
A guerra conclusa, come appare dalle carte disseminate presso vari Archivi,oltre a diversi incarichi si trova la figura di Richetta alla guida della segreteria nazionale dell’Associazione Mazziniana Italiana, Associazione sorta nel 1943 nella clandestinità. Data anche da quel periodo il suo impegno verso l’Associazionismo femminile, e i collegamenti tra questo mondo, soprattutto il CNDI (Consiglio Nazionale Donne Italiane)e l’AMI che per opera sua divenne confederata al Consiglio: di tutta questa attività, unica testimone resta l’amica Maria Pia Roggero di Milano
Per quanto concerne il materiale fotografico, quasi esclusivamente mostratomi dalla famiglia, questo presentava subito il problema della identificazione dei personaggi ritratti, dei luoghi, delle occasioni. La scomparsa di molte amiche e un’attività svolta tra Italia , Europa e Israele, rendeva ardua l’impresa. Per fortuna la segretaria storica del CNDI, e dell’AMI , ancora l ’amica Roggero che aveva seguito Liliana in molte iniziative nelle quali lei stessa aveva scattato le fotografie e conservato molta documentazione , ha potuto risolvere gran parte degli interrogativi che ci si era posti e far emergere organicamente l’impegno civile di Liliana.
Soprattutto grazie alla presidente attuale del CNDI Gigliola Corduas, che ha conservato molte delle circolari e verbali dell’Associazione, è stato possibile ripercorrere l’impegno di Liliana nel CNDI stesso e nel CECIF ( Centro Europeo del Consiglio Internazionale delle Donne).
La mancanza di materiale d’archivio in quest’ultimo settore, come gli stessi funzionari europei interpellati hanno lamentato, (al di fuori di un giornale “Donne d’Europa”, diretto da Fausta Deshorme, )ha suggerito di venire in contatto con la Presidente del Comitato Economia e Società dell’Unione Europea, Beatrice Rangoni Machiavelli, dalla quale il quadro si è ulteriormente arricchito di particolari utili. Si è avuta notizia del ruolo avuto dalla Richetta nella creazione di un organismo che raccogliesse tutte le associazioni europee : la Lobby europea delle donne con il compito di fiancheggiare la Commissione europea per la pari opportunità: e questo fu nel 1981 in coincidenza con il primo dibattito sulla situazione delle donne in Europa. Di tutti gli accordi preliminari, riunioni e collegamenti tra le associazioni femminili, che sicuramente devono avuto avere luogo, non si ha nulla: solo alcune fotografie e le testimonianze di alcune partecipanti a quelle riunioni.
Così restano solo immagini del sostegno che Richetta diede alla Maison d’Italie in Israele e alcuni opuscoli passatimi gentilmente dall’IWCA( Unione Cristina delle Giovani) tramite Mirella Argentieri Bein.
Ancora solo fotografie evidenziano gli spostamenti e le riunioni a Budapest, Olanda, Parigi e sui banchi del Parlamento Europeo al lavoro con Tina Anselmi .
Aderente al Partito Repubblicano di Ugo La Malfa, fu componente del Direttivo Nazionale del Movimento Femminile Repubblicano: solo il ricordo personale di Bianca Vetrino ha potuto darci questa notizia, non essendoci archivi specifici in merito.
In egual maniera, il suo impegno come sindaco di Reano dal 1985 al 1990 è sprovvisto attualmente di fonti su cui lavorare .Considerati i tempi relativamente recenti, gli Archivi Comunali di Reano sono infatti ancora aperti per le pratiche in corso e occorrerà attendere qualche anno per una indagine sull’operato di Liliana nel suo mandato politico. Da testimonianze di chi la conobbe, siamo venuti a conoscenza del suo impegno per le autonomie locali, e a favore dei piccoli comuni e delle comunità montane. Per meglio delineare questo tema , è stato utile il contatto con l’Unione Comuni delle Comunità Montane e si è potuto avere qualche notizia attraverso il presidente di quegli anni, Emilio Bertone.
Per la stessa Consulta Femminile della Regione Piemonte di cui fu la promotrice, non è stato possibile ricostruire la genesi, in quanto gli archivi sono da anni chiusi in casse e quindi non consultabili. Una manciata di fogli sparsi e messi a disposizione da chi la conobbe,(da Nicoletta Casiraghi a Bianca Colbi Finzi , Emma Costamagna , Marcellina Gilli ,MArghehrita Morone,Roberta Negri ,Maria Agnese Vercellotti Moffa , per citare le amiche a lei più vicine nell’associazionismo femminile)è tutto quanto ci resta : si tratta di volantini, inviti, ordini del giorno, ritagli di giornale, che, nella eterogeneità della forma, appaiono come tasselli di una storia del tutto incompleta.
E’ noto il suo impegno per il mondo della scuola: in particolare la sua collaborazione alla FNISM. (Federazione Nazionale degli Insegnanti) Vi partecipava con Mario Ghiozzi, al quale inviava le sue osservazioni e le relazioni. Una traccia si trova presso gli archivi della Federazione, ma l’indagine in tale direzione, non ha dato risultati significativi. Si attivò per la creazione degli organi collegiali della scuola presso il Ministero della Pubblica Istruzione con l’allora segretaria generale Ethel Serravalle : anche qui resta di lei solo qualche brano di lettera e ancora fotografie che la mostrano con le insegnanti della Calabria , delle Marche, oratrice nei numerosi convegni a sostegno delle riforma della scuola. La frequentazione con la docente Lorenza Grandi e con Marisa Quazza, allora ispettrice scolastica a Torino, ha consentito di ricostruire l’impegno di Liliana in questo ambito e venire a conoscenza della partecipazione come membro della Sezione italiana della Ligue Internationale de l’Inseignament de l’Education et de la Culture Populaire.
I suoi non furono mai impegni provvisori, si applicava con tenacia in ogni iniziativa: dispiace di non riuscire a ricostruirne le dinamiche per mancanza di documentazione esauriente.
Come si evince da quanto suesposto, nel lavoro di ricostruzione un ruolo determinante hanno assunto le fonti orali e , nonostante alcune imprecisioni nella collocazione temporale degli avvenimenti, dovute a ricordi ormai lontani nel tempo, si è trattato sicuramente di elementi preziosi non solo per definire il ruolo rivestito di volta in volta dal personaggio che intendevamo storicizzare, ma perché gradualmente è venuta a crearsi una fitta rete di notizie in grado di offrire una panoramica indicativa delle attività di Liliana Richetta.
Dopo quello che considero essere stato il primo tentativo per dare vita ad una memoria così significativa , resta certamente più forte l’esigenza di una ricerca che completi in maniera organica un mosaico di cui si conoscono solo i tasselli essenziali .
Abstract:
Un personaggio di notevole spessore di cui è difficile ricostruire il ruolo che svolse nella società italiana dal 1945 alla fine degli anni ’90, perché le fonti che la riguardano sono disperse nella miriade di Enti e Associazioni pubbliche e private in cui ebbe un ruolo sovente di primo piano.
Dalla Resistenza, alla Commisione Ministeriale per la Pari Opportunità a fianco di Tina Anselmi, al Consiglio Nazionale delle Donne, ai Consigli Internazionali Europei, la sua è una lunga, incessante attività per la promozione della emancipazione femminile a largo raggio.
La sua azione la condusse ripetutamente all’estero dove operò nella Commissione Consultiva per le Pari Opportunità presso il Parlamento Europeo In Italia, dove fu per anni segretaria nazionale dell’Associazione Mazziniana Italiana.
Si impegnò sia nel mondo della scuola che presso varie Associazioni femminili, per le quali fu promotrice della Consulta Femminile Regionale del Piemonte di cui fu la prima presidente nel 1976 e poi ancora eletta successivamente.
Coerente ai suoi principi, non si sottrasse a cariche di responsabilità politiche, divenendo sindaco di Reano dal 1985 al 1990. La mancanza di fonti consultabili, come è per l’archivio in Piemonte o per gli Atti a Roma, o per il materiale di Bruxelles, hanno limitato la ricostruzione della sua memoria soprattutto alle fonti orali e a quanto di pubblicato già si trova presso i privati.
Cristina Vernizzi. Storica del Risorgimento, collaboratrice di Alessandro Galante Garrone, già direttrice del Museo del Risorgimento di Torino, è presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento di Novara, membro del Direttivo della Fondazione Firpo di Torino e coordinatrice della Commissione Regionale del Dipartimento Scienze Umane e Storia (Ufficio scolastico Regionale). Presidente dell’Associazione Mazziniana Italiana (Torino-Piemonte), ha avuto il privilegio di conoscere e frequentare Liliana Richetta cui è succeduta nel Consiglio Nazionale delle Donne Italiane per il Piemonte.